Spugnetta magica

Recentemente ho scoperto una nuova spugna che a occhio e croce potrebbe avere una vita infinita nonostante sia di materiale plastico.


E’ una spugna che si può utilizzare per il bagno e la cucina con il proprio normale detergente, si può mettere in lavastoviglie per lavarla, è robusta e adatta per togliere lo sporco più resistente.

Ho scoperto…un ecopensar in Brasile

Curiosando qua e là come mio solito, ho scoperto che esiste un sito dal nome familiare che mi ha subito incuriosito …

1 si chiama ecopensar.com.br ed i temi trattati sono quelli che ovviamente riguardano l’ecologia, la vita “sostenibile” ed in mundo verde, merita andarlo a vedere.

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Chi è il consumatore più sostenibile?

Una recente indagine ha rivelato che è donna il consumatore sostenibile per eccellenza, per l’esattezza tra i 30 ed i 35 anni. D’altronde non poteva essere altrimenti dal momento che sono per la maggiorparte dei casi proprio le donne ad occuparsi degli acquisti alimenatari e ciò che ne consegue.

Lo IULM (Libera Università di Lingue e Comunicazione) tra il 2010 e il 2011 ha analizzato le scelte di sostenibilità e i consumi alimentari di 1.000 adulti con un’età compresa tra i 18 e i 65 anni e di 1.000 giovani tra i 18 e i 28 anni. Il risultato non è molto incoraggiante perché, nonostante la crescita di una consapevolezza ambientale, solo il 50% della popolazione analizzata ha comportamenti green, mentre il 37% è poco o per niente attento all’ambiente. Si è stilata anche una classifica tra le abitudini più eco tra la popolazione:

  • raccolta differenziata: 68%
  • consumo di prodotti di stagione: fino al 45%
  • risparmio di energia elettrica: 37%

I peggiori consumatori eco sostenibili sono i giovani tra i 18 ed i 24 anni, presumibilmente con alle spalle una famiglia molto poco educata alla questione ambientale; solo il 12% della popolazione più giovane infatti acquista con coscienza.

 

Fonte: www.ecologiae.com

Eco-pensiero

Lo sapevate che in pochi e semplici gesti è possibile ottenere (quasi) il massimo dell’ecologia in un ambiente dove questa spesso viene sottovalutata, cioè a casa propria?
È risaputo che le sostanze frutto di processi industriali incontrollati possono inquinare l’aria che respiriamo e non solo, ma forse è poco noto che molti dei prodotti industriali possono contribuire ad una scarsa qualità dell’aria anche all’interno delle nostre case ed il cui scarto è altamente inquinante.
Non voglio approfondire i dati relativi ad un’altra insidia per il benessere domestico e mi riferisco all’inquinamento di tipo elettromagnetico, dei materiali edilizi o addirittura dell’effetto delle sostanze tossiche contenute dei vari materiali d’arredo.
Sarebbe auspicabile non rimanere soggetti passivi: piccoli accorgimenti possono far si che nel quotidiano si possa ridurre sensibilmente l’impatto ambientale dovuto ai rifiuti domestici e delle sostanze tossiche utilizzate ad esempio per la pulizia della casa e non solo; il risultato non produce soltanto un minor inquinamento, ma la qualità della vita stessa non può che migliorare.

Saponi, deodoranti, detersivi, anche i prodotti piu’ comuni possono contenere sostanze dannose per la salute creando quella che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la “sindrome dell’edificio malato”. Un disturbo che sembra colpire il 20% della popolazione con allergie, irritazioni delle prime vie aeree e degli occhi, mal di testa, nausea, vertigini, eruzioni cutanee e irritabilità.