Triclosan: attenzione all’uso dei saponi e detersivi che lo contengono !

 

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Il cosidditto detergente antibatterico (triclosan) con ogni probabilità non è più efficace di un normale sapone; la FDA (Food and Drug Administration) ammette di non avere prove che i saponi che lo contengono siano davvero in grado di eliminare germi e batteri.

Circa il 75 per cento di saponi antibatterici liquidi e il 30 per cento dei solidi utilizzano il triclosan come ingrediente attivo. Il farmaco era un tempo usato esclusivamente in ambito ospedaliero, successivamente  è stato adottato dai produttori di saponi nel corso del ’90 per un volume di affari pari a 1 miliardo di dollari. Dopo il sapone il tricolosan è stato aggiunto anche a una serie di prodotti per l’igiene quali le salviette, il gel per pulire le mani oppure su taglieri, materassi e in ogni sorta di articolo per la casa, arrivando a uno uso eccessivo.

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Sono vari i motivi per cui è opportuno pensare bene prima di utilizzare dei prodotti di questo tipo e per approfondire l’argomento vi rimando a questo link dove si viene a conoscenza anche della dannosità per l’uomo e per l’ambiente che ne deriva.

Il mondo delle energie rinnovabili

L’Italia potrebbe in futuro assurgere all’importanza che oggi i Paesi del Medioriente occupano nello scacchiere internazionale? Forse sì. Ma come, visto che il nostro Paese non è certo ricco di petrolio come la varie Iraq, Iran ed Arabia? Il merito di quest’opportunità che tocca solo a noi italiani cogliere è tutto nelle energie rinnovabili: il solare e l’eolico in primis. Risorse di cui il nostro Paese, ed in special modo il sud Italia è ricchissimo ed in misura illimitata.

Ma lo sfruttamento di queste energie richiede da un lato dei tecnici in grado montare e monitorare gli impianti di trasformazione energetica, dall’altro richiede anche dei professionisti che possano essere messi a capo delle strutture operative e commerciali di quello che è, al pari degli altri, un business.

Proprio nell’ottica di formare figure professionali adatte a queste esigenze aziendali si stanno indirizzando molte università, una corso di laurea sicuramente orientato a tal fine è “Ingegneria energetica” dell’Università di Bologna.

 

Spugna di luffa…ecologica e non solo

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Era da molto tempo che guardavo con interesse questo strano oggetto, e non l’ho mai comprato nonostante stessi cercando un modo per non gettare sempre la spugna ! Grazie al nostro GAS (Gruppo Acquisto Solidale) mentre facevo un ordine con Bensos di prodotti per l’igiene personale e per la casa, mi sono imbattuta nuovamente nella luffa che finalmente ho acquistato più che altro per soddisfare la mia curiosità. Gli utilizzi di questa spugna possono essere per l’igiene personale (ma non la consiglio vivamente perchè una paglietta è più morbida, ma dipende dai gusti ! ) e per lavare i piatti o in cucina in generale; in realtà io ne utilizzo una anche per la pulizia del bagno perchè toglie bene il calcare senza graffiare le superfici.

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La luffa non è altro che una sorta di zucchina che al momento della completa maturazione si disidrata perdendo gran parte del suo peso. Ciò che resta è esclusivamente il corpo fibroso che costituisce la parte spugnosa. Il frutto viene raccolto, lasciato seccare e sbucciato, gli vengono tolti i semi e i residui di polpa. Quello che ne resta è il fitto reticolo interno di fibre, secche, legnose e molto leggere, che una volta immerse in acqua si rigonfiano, ammorbidendosi e diventando un’ottima spugna.

Di tanto in tanto faccio bollire per qualche minuto la luffa in un pò d’acqua giusto per disinfettarla e torna come nuova. Ho scoperto che la pianta si può facilmente coltivare anche in vaso perciò il prossimo passo è quello di autoprodurla 😉

Se ci riesco lo racconterò volentieri.

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